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Scalata allo Zucco 2014

Una gara storica di corsa in montagna.

Nella vita, ci sono gare che raccolgono tantissimi iscritti e solo pochi atleti di buon livello e gare alle quali partecipano da sempre meno di un centinaio di atleti ma con un livello altissimo.

Ci sono gare che durano solo il tempo di qualche anno e gare che, per la passione e la costanza degli organizzatori, attraversano lustri e decenni entrando con diritto nella storia.

La Scalata dello Zucco, fa parte certamente della seconda categoria. Il 13 luglio 2014, l’Unione Sportiva San Pellegrino, in collaborazione con il gruppo GESP, ha festeggiato la cinquantesima edizione della manifestazione premiando, in questa occasione, anche tutti i vincitori delle precedenti edizioni.

La corsa, tenutasi per condizioni meteo e del percorso non ottimali sul percorso alternativo (11 km, 600 mt dislivello), si è trasformata da corribile Vertical Km in una mini-skyrace con partenza ed arrivo nel centro di San Pellegrino Terme. L’imprevista variazione ha colto di sorpresa un po’ tutti gli atleti che si erano preparati ad affrontare le erte del monte Zucco ma non avevano previsto di dover avere ai piedi anche adeguate scarpe per affrontare tratti di discesa umidi e scivolosi.

Ai nastri di partenza: i migliori interpreti della corsa in montagna (con la giustificata assenza dei convocati per il concomitante Campionato Europeo di Gap), alcuni skyrunner e 3 fortissimi atleti di origine africana, con questi ultimi a scandire i ritmi sin dalle prime battute. All’inseguimento delle lepri, si sono gettati i tonici runners (Ruga, Regazzoni, Milesi) solitamente dediti alla corsa in montagna, mentre gli skyrunners Gotti, Fregona e Carrara hanno fatto valere le proprie abilità nella seconda parte di gara recuperando varie posizioni nel tratto di discesa.

La vittoria è andata al ruandese Simukeka Jean Baptiste in 51’36’’, che ha preceduto il keniano Koech Joash Kipruto in 52’06’’. Terzo gradino del podio per Fabio Ruga (Recastello).

Per il Team Valetudo, Luca Carrara ha chiuso in 16a posizione.

Commento di Luca Carrara.